Star bene si può!

Solo Elpis, la speranza, come in una casa indistruttibile, dentro all'orcio rimase, senza oltrepassarne la bocca, né fuori volò, perchè prima Pandora aveva rimesso il coperchio per volere di Zeus egíoco che aduna le nubi.

Elpis è ancora nel vaso.

REDs: Quando il corpo chiede aiuto. Rischi, segnali e prevenzione per la salute e la performance degli atleti

Pubblicato da il Aprile 28, 2025 in adolescenti, Adulti, performance, Salute e benessere, Sport e preparazione mentale, stress

REDs: Quando il corpo chiede aiuto. Rischi, segnali e prevenzione per la salute e la performance degli atleti
  1. ha 17 anni e pratica sci alpino a livello agonistico. Da qualche mese si sente spesso affaticato, ha difficoltà a recuperare dopo gli allenamenti e si accorge di essere più irritabile e meno concentrato, anche a scuola. Le sue prestazioni in gara calano, ma lui attribuisce tutto allo stress delle qualificazioni.

Durante un colloquio, noto alcuni importanti campanelli d’allarme: L. racconta di saltare spesso la colazione, di evitare i carboidrati per “non appesantirsi” e di avere un forte senso di autocritica. Esprime preoccupazioni costanti per il proprio aspetto fisico, ma fatica a parlarne con l’allenatore per timore di sembrare debole.

Con il suo consenso cerco un confronto con il medico dello sport e il nutrizionista della rete di supporto. La valutazione multidisciplinare conferma la presenza di REDs, e viene avviato subito un percorso congiunto che integra supporto psicologico, rieducazione alimentare e monitoraggio medico.

Con il tempo, L. recupera energia, consapevolezza e serenità. Torna a sentirsi bene nel proprio corpo e nella performance.

 “Pensavo che per essere un atleta dovessi solo resistere. Ora ho capito che anche ascoltarsi è parte dell’allenamento.”

La sindrome REDs (Relative Energy Deficiency in Sport) è una condizione clinica che colpisce atleti di entrambi i sessi quando l’energia assunta con l’alimentazione non è sufficiente a coprire il dispendio energetico necessario per allenamenti, competizioni e per il corretto funzionamento dell’organismo. Si tratta di una vera e propria emergenza, purtroppo silenziosa, nello sport moderno, troppo spesso sottovalutata o equivocata.

Introdotta nel 2014 dal Comitato Olimpico Internazionale, REDs si riferisce a un’alterazione fisiologica e psicologica causata da una bassa disponibilità energetica (LEA), vale a dire la quantità di energia residua che l’organismo ha a disposizione dopo aver “coperto” il consumo legato all’attività fisica. Quando questa energia non basta, l’organismo inizia a rallentare o bloccare funzioni vitali come la crescita, la riproduzione, la rigenerazione dei tessuti e l’equilibrio ormonale.

Gli effetti della REDs possono essere ampi e coinvolgere diversi sistemi corporei:

  • Fisici: riduzione della densità ossea, disturbi ormonali (es. amenorrea), affaticamento cronico, calo della performance, aumentato rischio di infortuni, disturbi gastrointestinali e alterazioni immunitarie.
  • Psicologici: irritabilità, ansia, depressione, perdita di motivazione, disturbi dell’alimentazione.
  • Cognitivi: difficoltà di concentrazione e calo delle capacità decisionali.

In età evolutiva, REDs può compromettere la crescita e lo sviluppo psicofisico di giovani atleti e atlete.

La REDs non ha un’unica “faccia” e può manifestarsi con sintomi diversi, tra cui:

  • Perdita o difficoltà a mantenere il peso
  • Cicli mestruali irregolari o assenti nelle donne
  • Calo della prestazione atletica
  • Irritabilità, umore depresso, difficoltà di concentrazione
  • Ricorrenti infortuni da stress
  • Osteopenia e osteoporosi
  • Alterazioni del metabolismo basale

Alcuni fattori, come per esempio diete fortemente restrittive o regimi alimentari selettivi (es. vegani o vegetariani fai dai te e mal bilanciati), aumentano la probabilità di sviluppare REDs, ma anche allenamenti prolungati e intensi senza adeguato supporto nutrizionale. Possono contribuire alla Relative Energy Deficiency in Sport anche inizi precoci di programmi sportivi totalizzanti, pressioni ambientali legate all’aspetto fisico o alla performance, precedenti infortuni o cali di performance.

In molti casi, alla base della REDs si trovano comportamenti alimentari disfunzionali o veri e propri disturbi del comportamento alimentare, che necessitano di presa in carico psicologica specializzata.

Cosa possiamo fare per prevenire la REDs?

La prevenzione passa innanzitutto da consapevolezza e formazione. È fondamentale che atleti, allenatori, famiglie e professionisti della salute siano informati e sappiano riconoscere i segnali precoci.

Buone pratiche:

Assicurarsi che l’atleta assuma una quantità di energia sufficiente alle proprie necessità (allenamento, crescita, recupero)

Promuovere un’alimentazione equilibrata, varia e flessibile

Monitorare regolarmente ciclo mestruale, peso, stato dell’umore e frequenza degli infortuni

Contrastare le pressioni legate all’estetica e al peso corporeo

Utilizzare strumenti clinici validati come il REDs Clinical Assessment Tool (REDs CAT2) per identificare situazioni a rischio

Implementare programmi educativi su immagine corporea, Triade dell’atleta e alimentazione consapevole

Studi recenti hanno mostrato che, purtroppo meno del 50% di medici sportivi, allenatori, fisioterapisti e preparatori atletici conosce i criteri per identificare le condizioni legate alla Triade (bassa disponibilità energetica, disfunzioni mestruali, bassa densità ossea), e che molti professionisti tendono a confondere LEA e REDs.

Servono interventi mirati, multidisciplinari e basati sull’evidenza, capaci di unire competenze in ambito medico, nutrizionale e psicologico.

All’interno di un’equipe multidisciplinare, gli psicologi dello sport rivestono un ruolo centrale sia nella prevenzione che nella gestione clinica della REDs. Possono infatti lavorare per promuovere una relazione sana con il corpo e con il cibo, contrastare le distorsioni cognitive legate all’immagine corporea e al perfezionismo, riconoscere e trattare precocemente comportamenti a rischio, sostenere l’atleta nel recupero dell’equilibrio psicofisico, anche in caso di disturbi alimentari conclamati, formare lo staff tecnico su comunicazione efficace, aspettative realistiche e stili motivazionali non pressanti

La psicologia dello sport aiuta a riportare il focus sulla salute dell’atleta come persona, non solo come performer, integrando benessere mentale e performance sostenibile.

La REDs non è solo una questione di alimentazione: è una condizione complessa che mette a rischio la salute globale e la carriera sportiva. Parlare di REDs significa tutelare il presente e il futuro degli atleti, educare a una cultura sportiva più consapevole e umana, e rimettere al centro la salute e il benessere, non solo il risultato.

Michaela Fantoni

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