Star bene si può!

Solo Elpis, la speranza, come in una casa indistruttibile, dentro all'orcio rimase, senza oltrepassarne la bocca, né fuori volò, perchè prima Pandora aveva rimesso il coperchio per volere di Zeus egíoco che aduna le nubi.

Elpis è ancora nel vaso.

IL POTERE DEL “NON ANCORA” Credere nel miglioramento nella didattica e negli apprendimenti

Pubblicato da il Luglio 9, 2023 in adolescenti, Età evolutiva, Infanzia, performance, Scuola

IL POTERE DEL “NON ANCORA” Credere nel miglioramento nella didattica e negli apprendimenti

Nella società contemporanea, il sistema educativo svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo delle competenze degli individui e nel campo dell’istruzione, il voto è da tempo considerato un indicatore del successo accademico. Focalizzarsi esclusivamente sui risultati finali, come i voti, trascura però un aspetto determinante: il processo di apprendimento. Il modo in cui valutiamo e comunichiamo i voti può infatti avere un impatto significativo sulla motivazione e sulle aspettative degli studenti.

Esploreremo oggi il concetto del “non ancora” come voto educativo, concentrandoci sulla forza del credere di poter migliorare, anche sulla base delle importanti ricerche di Carol Dweck, psicologa dello sviluppo nota per il suo lavoro sull’intelligenza e sulla mentalità.

Ripensare al concetto di voto educativo
Tradizionalmente, i voti sono stati considerati come una misura della competenza di uno studente in un determinata materia, argomento o disciplina. Concentrarsi esclusivamente sui numeri può tuttavia, creare un ambiente in cui gli studenti temono gli errori e si preoccupano di non raggiungere determinati obiettivi. Il concetto del “non ancora” suggerisce invece di considerare il voto come una valutazione del progresso e delle potenzialità di un individuo, piuttosto che come una misura definitiva delle sue abilità. Carol Dweck ci suggerisce di provare a cambiare prospettiva e adottare questa visione valutativa per misurare il progresso degli studenti. Valorizzare il “non ancora” significa spostare l’attenzione dal risultato finale al processo di apprendimento e di crescita personale. Questo approccio evidenzia l’importanza di impegnarsi, perseverare e migliorarsi continuamente. Gli errori diventano un’opportunità di crescita e gli studenti sono incoraggiati a vedere gli ostacoli come parte integrante del percorso di apprendimento.
Mindset secondo Carol Dweck
La teoria di Carol Dweck distingue tra una forma mentis rigida e una di crescita. La forma mentis rigida si basa sull’idea che le abilità e l’intelligenza siano innate e immutabili. Al contrario, la forma mentis di crescita sostiene che le abilità possano essere sviluppate attraverso l’impegno, la dedizione e la pratica. I suoi numerosi studi arrivano alla conclusione che forma mentis di crescita è fondamentale per incoraggiare gli studenti a credere nel proprio potenziale di miglioramento.
Il potere della mentalità di crescita nel contesto educativo
Adottare una forma di atteggiamento mentale di crescita può trasformare il modo in cui gli studenti affrontano gli ostacoli e le sfide. Quando gli studenti credono che le loro capacità possano migliorare con lo sforzo e la dedizione, sono più propensi a perseverare anche di fronte alle difficoltà. Va da sé che questo approccio favorisce la resilienza, la motivazione intrinseca e la fiducia in se stessi. L’approccio del “non ancora” sviluppa quindi resilienza e autonomia negli studenti. Imparare a gestire l’incertezza e ad affrontare le sfide con una mentalità aperta favorisce lo sviluppo di abilità trasversali essenziali per il successo nella vita. Gli studenti imparano a essere autoregolati, a prendersi la responsabilità del proprio apprendimento e a essere aperti al feedback costruttivo.
Il ruolo del voto come feedback e spinta al miglioramento
Nell’ambito del “non ancora” come voto educativo, i voti assumono un nuovo significato: diventano un feedback informativo sul progresso degli studenti e una spinta a continuare a impegnarsi per raggiungere obiettivi di apprendimento più elevati. Non sono più visti come etichette definitive, ma come indicatori del livello di padronanza attuale e delle aree in cui è possibile crescere ulteriormente. Gli insegnanti possono quindi incoraggiare gli studenti a sperimentare, esplorare e affrontare le sfide senza la paura di essere giudicati. Il clima accogliente e supportivo favorisce la fiducia in sé stessi e la volontà di prendere rischi nel processo di apprendimento. Gli insegnanti possono inoltre creare percorsi educativi individualizzati, che tengano conto delle diverse velocità di apprendimento degli studenti. Questo permette di adattare le lezioni e le attività alle esigenze specifiche di ogni studente, creando un ambiente in cui tutti possono raggiungere il proprio potenziale.
Applicazione pratica del “non ancora” nella didattica
Per incorporare il concetto del “non ancora” come voto educativo nella didattica, è essenziale fornire agli studenti un feedback costruttivo e specifico che enfatizzi il loro progresso e le opportunità di miglioramento. Inoltre, gli insegnanti possono incoraggiare gli studenti a impostare obiettivi di apprendimento personalizzati, valutando il loro successo in base al loro impegno e alla loro crescita, piuttosto che a una scala di valutazione standardizzata.
Il concetto del “non ancora” come voto educativo rappresenta una prospettiva innovativa e potente nella didattica e negli apprendimenti. Valorizzare il processo di apprendimento, creare un ambiente positivo e supportivo, adattare la pianificazione educativa alle esigenze degli studenti e promuovere la resilienza e l’autonomia sono elementi chiave per favorire la crescita e il successo degli individui. Integrando il concetto del “non ancora” nel sistema educativo, possiamo aprire nuove porte all’apprendimento e alla realizzazione personale dei nostri studenti.
Carol Dweck mette in risalto l’importanza di credere nel proprio potenziale di miglioramento! Valorizzare il progresso, incoraggiare una mentalità di crescita e fornire un feedback orientato al miglioramento possono favorire una cultura dell’apprendimento continuo. Integrando queste prospettive nella didattica, possiamo aiutare gli studenti a sviluppare fiducia in sé stessi, alimentare un buona motivazione intrinseca e aumentare la consapevolezza che il successo non è un punto di arrivo, ma un percorso di crescita costante.

Michaela Fantoni

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