Star bene si può!

Solo Elpis, la speranza, come in una casa indistruttibile, dentro all'orcio rimase, senza oltrepassarne la bocca, né fuori volò, perchè prima Pandora aveva rimesso il coperchio per volere di Zeus egíoco che aduna le nubi.

Elpis è ancora nel vaso.

DIVERSO DA CHI?

Pubblicato da il Febbraio 22, 2016 in Adulti, Età evolutiva, Salute e benessere, Sport e preparazione mentale

DIVERSO DA CHI?

Lo sport è un’opportunità inclusiva.

Fino a qualche tempo fa la domanda più ricorrente era: “Cosa non funziona nella persona con disabilità?” Con la naturale conseguenza di fermarsi alle compromissioni e limitare le opportunità di sviluppare nuove competenze. Se invece chiedessimo al diretto interessato: “Cosa ti piacerebbe fare?” Ecco che la prospettiva cambia e si aprono possibilità di partecipazione sociale, lavorativa e sportiva in cui grazie a un sistema di supporto e di relazioni si può recuperare il controllo della propria vita, amicizie, affetti, interessi ecc..

La persona con disabilità NON è portatore di handicap. Letteralmente il significato della parola handicap significa “portatore di svantaggio”. Ma la persona non è portatore di svantaggi, bensì di limiti. Se gli svantaggi possono essere ridotti, i limiti non possono essere rimossi, ma forse adattati si!

“Una persona in carrozzina che incontra degli scalini trova degli handicap che non ha portato lei. Allora portatore di che cosa?

Semmai trovatore di qualcosa! (Cit. Canevaro A.)”.

Diversi da chi?

Per fortuna oggi non si trovano solo scalini o strade tortuose ma si trovano anche opportunità, possibilità e libertà. Possiamo proprio dirlo: per fortuna c’è lo sport!!! E lo sport si evolve, studia, si ingegna creando adattamenti che consentano a tutti di poterlo praticare, a tutti i livelli.

Praticare un’attività sportiva è un diritto di tutti e quindi è d’obbligo garantire a tutti il diritto alla vita dello sport, fonte di benessere psicofisico, realizzazione personale, integrazione sociale e solidarietà. Lo sport rappresenta un’opportunità altamente positiva per chiunque a patto che ne vengono valorizzati gli aspetti educativi finalizzati alla formazione di una personalità solida e autonoma. Lo sport può dare molto al disabile, cosi come la persona con disabilità può dare molto allo sport.

L’attività motoria e sportiva adattata riveste quindi un significato molto importante, perché offre elementi di valorizzazione personale non sempre presenti nel contesto della quotidianità. Lo sport adattato si prefigge quattro tipologie di obiettivi coerenti e sinergici fra loro.

  1. Obiettivi preventivi e terapeutici

La pratica delle attività ludico-motorie ha la finalità di impedire l’insorgenza di varie forme di degenerazione e riduzione progressiva delle abilità. Nel caso di lesioni traumatiche, i danni sociali, emotivi e comportamentali, possono provocare cambiamenti di umore, mancanza di motivazione e di autostima, egocentrismo, inabilità di autocontrollo, difficoltà a controllare gli impulsi, ecc. La riabilitazione fa sì che la nuova realtà, diversa dalla precedente, venga accettata. Le attività motorie preventive facilitano l’apprendimento e l’integrazione.

  1. Obiettivi formativi

La lenta riappropriazione di abilità motorie e di nuove forme di movimento sollecita l’acquisizione di autonomia e autocontrollo sempre maggiori. Il provare soddisfazioni nello svolgere determinate attività, stimola la motivazione, l’interesse e l’impegno dei soggetti diversamente abili, che possono trovare nella pratica sportiva, un nuovo orizzonte. La ricerca di soluzioni adattate aumenta notevolmente la sicurezza di sé e il senso di efficacia personale, favorendo lo sviluppo delle nuove potenzialità del diversamente abile, in un ambito ricco di relazioni significative e in una dimensione ludica.

  1. Obiettivi socio-relazionali

L’inserimento di persone con disabilità in nuovi contesti dove possono praticare attività motorie e sportive conducono all’instaurarsi di nuovi rapporti sociali, all’apertura verso gli altri, abbandonando l’isolamento e il ripiegamento su se stessi, frutto spesso della depressione causata dal trauma o dalla patologia, favorendo quindi la ripresa della persona nei suoi aspetti relazionali e nei confronti del contesto sociale circostante. Il naturale inserimento in un gruppo favorisce un maggiore coinvolgimento e migliora il senso di appartenenza stimolando la motivazione sia intrinseca che estrinseca.

  1. Obiettivi psico-motori e sportivi

L’apprendimento e il consolidamento di nuovi schemi motori adattati al deficit migliora la percezione di sé, del proprio corpo e delle sue possibilità di azione nello spazio circostante, arricchendo la conoscenza e la terminologia dei movimenti. La continuità di allenamento facilita il miglioramento e il mantenimento delle capacità motorie condizionali e coordinative influendo anche sulle capacità attentive e di concentrazione, facilitando la programmazione corretta dei gesti tecnici e un aumento dell’autostima e della sicurezza interiore. Anche il mantenimento delle varie abilità e una certa padronanza nell’esecuzione ripetuta della tecnica dei gesti sportivi saranno di conseguenza incrementate, come pure la capacità di rilassamento.

Cit: tesi di Laurea “Indagine conoscitiva sulla motivazione allo sport agonistico tra diversamente abili e normodotati A. Venturi*, M. Martinelli, M. Fantoni, E. Preatoni

Diversi da chi?

Quando siamo in gara stiamo tutti facendo lo stesso sport…anche se a volte in maniera leggermente differente….

Michaela Fantoni, Elisa Bracale

 

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