Star bene si può!

Solo Elpis, la speranza, come in una casa indistruttibile, dentro all'orcio rimase, senza oltrepassarne la bocca, né fuori volò, perchè prima Pandora aveva rimesso il coperchio per volere di Zeus egíoco che aduna le nubi.

Elpis è ancora nel vaso.

CIBO, DA AMICO A NEMICO. I disturbi del comportamento alimentare: quali sono e come riconoscerli

Pubblicato da il Novembre 28, 2022 in Adulti, Età evolutiva, Salute e benessere

CIBO, DA AMICO A NEMICO. I disturbi del comportamento alimentare: quali sono e come riconoscerli

Mangia..smettila di mangiare…hai mangiato poco… contieniti…sei troppo magra…sei troppo grassa… smettila di abbuffarti…muoviti…

Queste sono solo alcune delle affermazioni che spesso, con eccessiva leggerezza, si utilizzano di fronte a persone eccessivamente magre o, viceversa, troppo in carne in cui si osserva una condotta alimentare ritenuta errata sul versante della restrizione, quindi riduzione di quanto ingerito, o su quello opposto di eccesso.

Tuttavia, le parole hanno un peso, questo per tutti, ma ancora di più se dietro quel comportamento alimentare disfunzionale, si cela un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare. È fondamentale quindi uscire da canoni e stereotipi, conoscere le difficoltà legate al cibo e prestare attenzione nell’uso delle parole. Cosa si intende quindi per Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA)?

Prima cosa diciamo che non esiste un solo tipo di disturbo, ma molteplici, alcuni più noti, altri meno diffusi ma non per questo meno importanti o “pericolosi”. In generale possiamo dire che sono comportamenti legati alla sfera dell’alimentazione che si discostano da quello che possiamo definire la “normalità” alimentare, ovvero un nutrirsi in modo tendenzialmente sano, completo e ottimale al benessere, nonché avere pensieri funzionali legati a tutto questo.

Più nello specifico quindi possiamo osservare a livello generico:

  • Modifica in eccesso o in difetto della condotta alimentare: restrizione calorica vs surplus calorico
  • Presenza di abbuffate, ovvero l’ingestione di una grande quantità di cibo in un tempo in cui un’altra persona non lo ingerirebbe
  • Utilizzo di alcune condotte compensatorie: sport eccessivo, diuretici, lassativi, digiuno
  • Alterazione dell’immagine corporea con non accettazione di sé e del proprio corpo
  • Pensieri ricorrenti e negativi su cibo, sul corpo, su cosa si è ingerito, ecc.
  • Senso di colpa quando ci si nutre e disprezzo verso di sè
  • Bassa autostima
  • Incremento o riduzione eccessivi del peso corporeo
  • Disfunzione dell’equilibrio e benessere fisico: anomalie cardiovascolari, endocrine, gastrointestinali, respiratorie, perdita di capelli, cessazione del ciclo mestruale, ecc.
  • Alterazione della propria condotta sociale, scolastica, lavorativa, ecc.

Questi fattori possono essere manifestazioni conclamate o primari campanelli di allarme a cui prestare attenzione.

I DCA sono, quindi, disturbi pervasivi che invadono ogni sfera della vita di una persona che tenderà in molti casi a non percepire il problema, vivendolo il disturbo in modo egosintonico e quindi a non cercare e accettare l’aiuto.

Proprio per questo è importante agire tempestivamente sia in termini preventivi che di supporto.

Considerata l’elevata pervasività è fondamentale la presa in carico multidisciplinare e un’azione mirata e tempestiva volta a ripristinare il funzionamento dell’individuo a più livelli, considerando che, nei casi più gravi, il disturbo può portare anche alla morte o, comunque, a conseguenze anche molto gravi e persistenti.

Si è osservato che la tempestività nell’intervento è fondamentale nella buona riuscita dello stesso e quindi nella cura e riduzione dei tassi di cronicità, elemento, questo molto presente in questo tipo di disturbi. Molte persone, infatti, raggiungono un livello di disfunzionalità tale da generare un “nuovo equilibrio” di vita, dove il disturbo viene in qualche modo gestito, ma non annullato, diventando una nuova “normalità” per la persona, a livelli più o meno preoccupanti e disfunzionali. In altre parole, la persona impara a conviverci e con lei chi le sta attorno, a volte facendo dentro e fuori dai contesti di cura, altre volte invece lasciando che il comportamento e i pensieri disfunzionali condizionino la propria vita, seppur apparentemente in una condizione di stallo.

Sono disturbi che colpiscono specialmente le donne, seppur negli ultimi anni si è osservato un incremento dell’incidenza anche negli uomini con, purtroppo, un’insorgenza media sempre più precoce in termini di età.

Considerato l’impatto che hanno sulla vita della persona, ma anche su chi gli sta accanto, è fondamentale prestare attenzione a cosa e come si comunica, a cogliere tempestivamente i segnali e non correre a conclusioni e affermazioni affrettate.

Milena Rota

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