Star bene si può!

Solo Elpis, la speranza, come in una casa indistruttibile, dentro all'orcio rimase, senza oltrepassarne la bocca, né fuori volò, perchè prima Pandora aveva rimesso il coperchio per volere di Zeus egíoco che aduna le nubi.

Elpis è ancora nel vaso.

Difficoltà di pronuncia e disturbi del linguaggio: consigli per mamma e papà! Come riconoscere, capire e affrontare le difficoltà linguistiche nei bambini in modo semplice e sereno.

Pubblicato da il Ottobre 23, 2025 in Età evolutiva, Infanzia, Logopedia, Salute e benessere

Difficoltà di pronuncia e disturbi del linguaggio: consigli per mamma e papà! Come riconoscere, capire e affrontare le difficoltà linguistiche nei bambini in modo semplice e sereno.

Il ruolo del linguaggio nello sviluppo infantile

Il linguaggio è uno strumento fondamentale per la comunicazione umana e lo sviluppo sociale, cognitivo ed emotivo di ogni persona. Nei primi anni di vita, l’apprendimento dei suoni linguistici coinvolge capacità motorie, percettive e cognitive che, in modo naturale, si sviluppano secondo tempi e modalità differenti da bambino a bambino. Tuttavia, non tutti i bambini percorrono questo cammino senza difficoltà: capita infatti, che possano emergere disturbi di pronuncia o in generale del linguaggio che preoccupano genitori ed educatori.

Difficoltà e disturbi: l’importanza di riconoscere i segnali

Non sempre lo sviluppo linguistico segue un percorso lineare e privo di ostacoli: talvolta possono insorgere difficoltà di pronuncia o veri e propri disturbi del linguaggio. Questi segnali possono generare preoccupazione tra chi si prende cura dei più piccoli, ma è importante sapere che, in molti casi, si tratta di tappe fisiologiche del percorso evolutivo. Un’osservazione attenta e serena, accompagnata dalla consapevolezza delle diverse fasi dello sviluppo, aiuta le famiglie ad affrontare la situazione con maggiore tranquillità.

Cosa sono le difficoltà di pronuncia?

Le difficoltà di pronuncia, che in ambito clinico chiamiamo disturbi fonetico-fonologici o disturbi articolatori, si manifestano quando un bambino fatica a produrre correttamente uno o più suoni del linguaggio.

Qual è la differenza tra i disturbi fonologici e quelli articolatori?

L’origine del disturbo:

  1. nel caso del fonologico il bambino sa dire per esempio il suono “s” di “sole”, ma nelle parole in cui la “s” è vicino ad una consonante allora non la dice (per esempio dice “cala” per “scala”);
  2. nel disturbo articolatorio il bambino non è in grado di pronunciare il suono oppure lo pronuncia in modo distorto (per esempio non dice la “r” di “rana”, oppure pronuncia la “s” come Paperino).

Queste difficoltà possono far parte di una fisiologica fase di sviluppo del linguaggio, soprattutto nei bambini fino ai 4-5 anni. Tuttavia, se persistono oltre questa fascia d’età o compromettono la comunicazione, è opportuno approfondire con uno specialista.

Disturbi del linguaggio: una panoramica

I disturbi del linguaggio sono condizioni che riguardano la capacità di comprendere, produrre o utilizzare il linguaggio in modo adeguato per l’età. Possono coinvolgere diversi aspetti:

  • Disturbi fonetico-fonologici: difficoltà nella produzione e nell’uso corretto dei suoni linguistici;
  • Disturbi specifici del linguaggio: coinvolgono la grammatica, il vocabolario, la morfosintassi, la narrazione sia nella comprensione linguistica che nella produzione;
  • Disturbi della fluenza dell’eloquio: come la balbuzie;
  • Disturbi della voce: problemi di timbro, intensità o qualità vocale (disfonia).

Segnali di allarme da non sottovalutare

Riconoscere tempestivamente i segnali di difficoltà può fare la differenza nel percorso evolutivo del bambino. Alcuni campanelli d’allarme:

  • A 18 mesi, il bambino non dice ancora parole semplici;
  • A 2 anni, non combina due parole insieme o il vocabolario è molto limitato;
  • A 3 anni, il linguaggio è difficile da comprendere anche per le persone che lo conoscono bene;
  • Dopo i 4 anni, persistono errori di pronuncia su suoni semplici (come “p”, “b”, “m”, “t”);
  • Dopo i 5 anni, il bambino ha difficoltà a raccontare una storia o a strutturare frasi complesse;
  • Balbuzie, blocchi o ripetizioni frequenti durante il discorso;
  • Voce spesso rauca o tendenza a rimanere afono (senza voce).

Le cause delle difficoltà linguistiche

Le cause delle difficoltà di pronuncia e dei disturbi del linguaggio possono essere molteplici:

  • Fattori genetici e familiari;
  • Alterazioni anatomiche (es. frenulo linguale corto, palatoschisi);
  • Problemi di udito (anche di lieve entità);
  • Disturbi neuroevolutivi (es. disturbo dello spettro autistico, disturbo dell’attenzione);
  • Fattori ambientali (es. deprivazione linguistica, scarso stimolo linguistico);
  • Esperienze traumatiche o emotive.

Nella maggior parte dei casi, le difficoltà linguistiche non sono imputabili a una sola causa, ma a un insieme di fattori che interagiscono tra loro.

L’importanza della diagnosi precoce

Una valutazione logopedica precoce consente di identificare eventuali criticità e di intervenire tempestivamente. Il logopedista effettua una raccolta anamnestica dettagliata e una batteria di prove specifiche che valutano:

  • La comprensione del linguaggio;
  • La produzione dei suoni;
  • La capacità narrativa;
  • Le abilità comunicative generali.

In alcuni casi si collabora con altri professionisti (pediatra, neuropsichiatra infantile, terapista della neuropsicomotricità, psicologo, educatore, audiologo, pedagogista, ecc) per una valutazione multidisciplinare.

Cosa può fare un genitore?

Il ruolo dei genitori è fondamentale nel sostenere lo sviluppo linguistico dei figli. Ecco alcuni consigli pratici:

  • Parlate spesso con vostro figlio: coinvolgetelo in conversazioni quotidiane, raccontate storie, leggete libri insieme.
  • Ascoltate con attenzione: dimostrate interesse per ciò che dice, anche se non è tutto chiaro.
  • Non correggete in modo diretto: invece di rimproverare per l’errore, ripetete la parola o la frase corretta con naturalezza.
  • Valorizzate i successi: celebrate i piccoli progressi, senza creare ansia attorno all’errore.
  • Offrite un modello linguistico ricco: usate un vocabolario vario e frasi ben strutturate.
  • Limitate l’uso di schermi: preferite le interazioni dirette e attive rispetto alle attività passive davanti a televisione o tablet.
  • Stimolate il gioco simbolico: recitate storie, giochi di ruolo e attività che promuovono la fantasia e il linguaggio.

Quando rivolgersi al logopedista?

Se i dubbi persistono o se si rilevano i segnali di allarme sopra descritti, è importante non aspettare troppo. Il logopedista saprà valutare la situazione e proporre, se necessario, un percorso di potenziamento o di terapia mirata.

Il percorso logopedico

Ogni percorso è personalizzato in base alle esigenze del bambino. In generale, l’intervento logopedico mira a:

  • Favorire la corretta produzione dei suoni;
  • Arricchire il lessico e la comprensione;
  • Potenziare la capacità narrativa e comunicativa;
  • Supportare la famiglia, offrendo strategie e suggerimenti.

Le attività sono spesso strutturate in forma di gioco, per rendere la terapia coinvolgente e motivante.

Conclusioni

Le difficoltà di pronuncia e i disturbi del linguaggio rappresentano una sfida, ma anche un’opportunità di crescita per il bambino e la sua famiglia. L’ascolto, il sostegno e l’intervento precoce sono gli strumenti più efficaci per favorire uno sviluppo armonico delle competenze linguistiche. Con la collaborazione tra famiglia, scuola e professionisti, ogni bambino può trovare la propria voce e comunicare con il mondo che lo circonda.

Laura Lazzari

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